Vinted è una piattaforma di compravendita di prodotti di seconda mano: abbigliamento, oggettistica, accessori, prodotti di bellezza e quant’altro. Nasce nel 2008 e in poco tempo si è diffuso dalla Lituania a molte altre nazioni europee e del mondo. Oggi è presente in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna e Stati Uniti.
Nel giro di pochi anni è riuscito a diventare uno dei riferimenti nel settore della vendita di abiti di seconda mano.
In Francia, per esempio, si parla di un vero e proprio boom, con 19 milioni di utenti che si sono iscritti su Vinted
Ma come nasce vinted?
Nel 2005 la lituana Milda Mitkute, in piena crisi da trasloco, vive un momento di sincera disperazione davanti al suo armadio da svuotare, pieno di tutti i suoi abiti dismessi; invece di sbarazzarsene, crea una bancarella virtuale con l’aiuto di un suo amico sviluppatore e getta le basi di quella che diventerà la più grande piattaforma di compra vendita second hand, Vinted.
Perché tanto successo?
Vinted ha conquistato per lo più da Millenials e ragazzi della Generazione Z, più attenti rispetto alle generazioni precedenti alle tematiche ambientali e più inclini alla sperimentazione; oggi infatti i giovani sembrano preferire la moda vintage piuttosto che una moda uguale per tutti (‘’fast fashion’’). Il successo di vinted sta nell’avere dei capi unici e non replicabili, cioè articoli vintage e second hand, e nell’essere in grado di dare una seconda vita a prodotti già vissuti, cioè essere sostenibili.
Un recente studio dell’Istituto Kantar mette in evidenza che il 46% delle persone che ha acquistato abiti di seconda mano nel 2020 lo ha fatto soprattutto «per motivi ecologici, per limitare gli sprechi». Dobbiamo ricordarci infatti che l’industria della moda è una di quelle più impattanti: è il secondo produttore mondiale di gas serra davanti al trasporto marittimo e aereo.
Acquistare un abito di seconda mano invece di prenderne uno nuovo ha un impatto positivo a livello ambientale. Ma solo se l’abito usato sostituisce una compera, non se si aggiunge. Se l’acquisto dell’usato sostituisce un nuovo acquisto allora l’impatto ambientale ne guadagna.
Questo fenomeno tra i giovani, secondo McKinsey, non è una tendenza di breve durata. “Il commercio continuerà ad espandersi sulla scia della crescente preoccupazione dei consumatori per la sostenibilità”. ‘’Il volume delle vendite online di prodotti di moda e articoli per la famiglia di seconda mano in Europa continuerà a crescere di circa il 35% annuo, nei prossimi quattro anni. La crescita sarà guidata in particolare dai consumatori più giovani (quelli della Generazione Z, in gran parte dai 15 ai 24 anni), che oggi rappresentano circa il 43% del volume di mercato, e che potrebbero arrivare al 47% entro il 2025”.
Perché è giusto acquistare articoli second-hand?
I vantaggi di acquistare second-hand sono numerosi. Tra questi, innanzitutto acquistare second-hand è più responsabile rispetto acquistare il nuovo, perché contribuisce a ridurre sprechi e ad allungare il ciclo di vita dei capi già in circolazione. Secondo WRAP, estendendo il ciclo di vita di un capo per 9 mesi oltre il normale utilizzo, si contribuirebbe a ridurre la carbon footprint e l’impatto idrico e ambientale di circa il 20-30%.
E poi, acquistando second hand puoi dimenticarti del «fuori moda» poiche i veri capi second-hand sono capi unici o ‘’sempreverde’’ che non muoiono mai.
Quindi Vinted, così come altri negozi online di compravendita tra cui Depop e Wallpop, sta riportando gli articoli di second hand e vintage in un nuovo millennio che si spera sarà sempre più attento alla sostenibilità.