Zar è un titolo usato per designare i monarchi slavi orientali e meridionali dell’Europa orientale, nato a partire dai monarchi bulgari del Primo Impero Bulgaro dal X secolo in poi, e divenuto successivamente popolare con i sovrani dell’Impero russo dal 1547 al 1917. Il termine deriva dalla parola latina caesar, inteso come “Imperatore” nel senso medievale europeo del termine: un sovrano con lo stesso rango di un imperatore romano, che deteneva il potere con l’approvazione di un altro imperatore o di un supremo ecclesiastico (il Papa o il Patriarca Ecumenico).
Il primo regnante ad adottare ufficialmente il titolo fu il sovrano bulgaro Simeone I il Grande (893-927), dal patriarca Nicola I Mistico durante la guerra bulgaro-bizantina del 913-927. Il primo sovrano russo ad adottare ufficialmente il titolo fu invece Ivan IV il Terribile (1547-1584), come simbolo del cambiamento della natura della monarchia russa; fino a quel momento il titolo era quello di principe di Moscovia oppure di Zarato russo. Nel 1721 Pietro I il Grande adottò il titolo di imperatore con cui lui ed i suoi discendenti sono conosciuti e che era considerato interscambiabile con il termine Zar.
Pietro morì nel 1725, lasciando una successione incerta. Dopo il breve regno di sua moglie Caterina I, la corona passò all’imperatrice Anna che rallentò le riforme ma condusse una soddisfacente guerra contro l’Impero ottomano, che portò ad un significativo indebolimento dei turchi nella Crimea. L’insoddisfazione per la posizione dominante tenuta dai tedeschi baltici nella politica russa portò la figlia di Pietro I, Elisabetta, al trono russo. Elisabetta fu una patrona delle arti, dell’architettura e delle scienze (si fondò l’Università di Mosca), pur non portando a compimento significative riforme strutturali nello stato. Il suo regno, che durò circa 20 anni, è noto anche per il coinvolgimento della Russia nella guerra dei sette anni che, pur dimostrandosi positiva a livello militare, fu infruttuosa a livello politico per la Russia.
Dopo la morte della zarina Elisabetta, salì al potere Caterina la Grande con un colpo di Stato tramato contro il suo impopolare marito. Contribuì notevolmente alla ripresa della nobiltà russa ed alla sua influenza, in particolare concedendo loro molte delle funzioni di stato nelle province. Rimosse la tassa sulle barbe introdotta da Pietro il Grande. Lei estese il controllo politico della Russia sulle terre della Confederazione polacco-lituana. Le sue azioni portarono al supporto della Confederazione di Targowica, sebbene i costi delle sue campagne militari, peggiorati ancor più dal sistema sociale oppressivo che prevedeva ancora la schiavitù, provocarono una rivolta contadina nel 1773, a seguito delle disposizioni di Caterina secondo le quali sarebbe stato possibile vendere gli schiavi indipendentemente dalle terre agricole.
Nel 1894 salì al trono Nicola II, intenzionato a mantenere lo schema autocratico ereditato da suo padre. Nicola II diede prova di essere un monarca poco capace e la fine della sua dinastia coincise con la rivoluzione. La rivoluzione industriale iniziò a dare i propri frutti, ma il paese rimase comunque rurale e povero. Gli elementi liberali tra i capitalisti industriali e la nobiltà credevano nelle riforme sociali pacifiche e nella monarchia costituzionale e pertanto costituirono il Partito Costituzionale Democratico o partito dei Cadetti. Le condizioni economiche dopo il 1890 grazie a nuove colture come la canna da zucchero e l’accesso ai nuovi trasporti garantito dalle ferrovie, migliorarono. Incrementò la produzione totale di grano, permettendo anche la crescita delle esportazioni. Vi fu comunque un lento miglioramento degli standard di vita dei contadini russi prima del 1914.
Il sistema zarista venne rovesciato violentemente nella rivoluzione di febbraio del 1917. I bolscevichi chiesero ai lavoratori di accettare le loro politiche e la richiesta della fine della guerra.
Con la sua autorità ormai irrimediabilmente distrutta, Nicola II decise di abdicare il 2 marzo 1917. La famiglia imperiale venne sterminata per mano dei bolscevichi l’anno successivo. La storia zarista della Russia finisce qui.