Conosciuto in tutto il mondo come Sandro Botticelli, Alessandro Filipepi è, probabilmente, l’artista più legato all’antica e potente famiglia nobile italiana dei Medici, la quale gli commissionò l’opera di cui parleremo oggi: la “Nascita di Venere”, meglio nota come “La Venere di Botticelli”.
Opera iconica del rinascimento italiano, nonché il nudo più famoso dell’arte, la “Nascita di Venere” fu realizzata nel 1485 su tela di lino, ma di questo dipinto non si ebbero notizie prima del 1550, quando Giorgio Vasari lo descrisse nella villa medicea di Castello.
La composizione raffigura la nascita di Venere, dea dell’amore e della bellezza, da sempre considerata l’idea perfetta di bellezza femminile nell’arte.
Venere è raffigurata perfetta e pura come una perla, in piedi sopra la valva di una conchiglia, mentre approda sull’isola di Cipro, sospinta a riva dai venti Zefiro e Aura, rappresentati a sinistra del quadro.
La dea è accolta da una fanciulla, che le porge un manto cosparso di fiori, da destra. Questa giovane donna è identificata talvolta con una delle Grazie, oppure con l’Ora della primavera. A tale stagione rimandano anche le rose portate dai venti.
La natura è descritta in modo stilizzato: le onde sulla superficie del mare, per esempio, sono prive di profondità.
Il disegno è armonico e i colori sono luminosi e delicati. Le figure sono contornate da un sottile strato più scuro, che ne evidenzia le forme.
Il tema del dipinto fu forse suggerito dal poeta Agnolo Poliziano, e si ispira alla mitologia classica. Di fatti, la figura di Venere deriva dalla conoscenza di sculture antiche, tipiche dell’età ellenistica.
Oggi si può ammirare quest’opera nella Galleria Degli Uffizi, a Firenze.