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LA CINA PUNTA ALL’INNOVAZIONE: DA REALIZZARSI ENTRO IL 2049

Prende forma il “Sogno Cinese” di diventare un paese pienamente moderno entro il 2049, uno degli obiettivi principali del Presidente Xi Jinping, attraverso varie riforme tra cui quella dell’industria cinese. Innovazione è la parola chiave che rinomina progetti volti alla trasformazione della manifattura, come “Made in China 2025 “.

Xi Jinping ha prestato non poca attenzione alle risorse digitali, all’industria dell’informazione e della comunicazione, e ha incoraggiato una sempre maggiore cooperazione tra le principali imprese tecnologiche cinesi e lo Stato. Gli obiettivi prefissati, vedono nell’intelligenza artificiale una priorità nei piani di sviluppo del Paese, finalizzati a fare della Cina una superpotenza scientifica e tecnologica, intensificando gli investimenti in settori di frontiera come quello delle nanotecnologie, dei big data, del cloud computing. La promessa di Xi è quella di aprire sempre di più le porte della Cina alle nuove tecnologie, scommettendo su un’ulteriore crescita dell’economia nei prossimi anni.

Il cuore del rilancio dell’economia cinese è senza dubbio il Guangdong, provincia confinante con Hong Kong e ben nota alle imprese italiane, famosa per essersi aperta per prima al mercato internazionale, oggi si candida ad essere uno dei poli globali dell’innovazione nei principali settori industriali, finanziari e del consumo. Grazie alla presenza di fuoriclasse come Huawei, è pronta a giocare un ruolo determinante a livello globale sul fronte della ricerca e sviluppo anche fuori della Cina. Creare partnership con attori locali e studiare le dinamiche del consumo digitale e condiviso rappresentano quindi un’opportunità per le imprese italiane che puntano a restare competitive nei mercati italiano, cinese e internazionale. E questo anche per quanto concerne il programma “Industry 4.0”.

Pertanto l’economia cinese si trova in fase di trasformazione strutturale: da un modello economico che si affida all’esportazione ad un modello di crescita che punta sull’innovazione. Perciò, è stato realizzato un programma per l’industria avanzata. Pechino ha posto traguardi ambiziosi. Il piano Made in China 2025 prevede che tra sette anni il Paese produca il 70% dei robot industriali di cui ha bisogno, l’80% delle macchine ibride o elettriche, il 70% dei dispositivi medici avanzati e l’80% dei componenti per macchinari tecnologicamente avanzati. L’industria 4.0 è uno degli obiettivi cinesi, tanto che tra i dieci punti del piano nazionale ha rilievo l’automazione industriale.

“Oggi la Cina ogni 10 mila lavoratori ha solo 49 robot, mentre il Sud Corea ne ha 500 e la Germania ne ha 300 – prosegue D’Andrea -. Questo fa capire quanto la Cina sia indietro. Il governo vuole arrivare a una media di 350 robot, il che significa che da oggi al 2025 dovranno comprare 600 mila robot all’anno, quando media annuale è di 300 mila” afferma Carlo D’Andrea, vice presidente per l’Italia della Camera di commercio sino-europea (EUCCC).

Servirà un reale cambiamento strutturale, riassunto nelle “quattro R”: resilienza, riduzione, ristrutturazione e robot, che dovrà essere portato a compimento entro il 2025, nonostante le contraddizioni quasi inevitabili per una realtà, come quella cinese, in continua trasformazione, caratterizzata da una crescita esponenziale in un contesto di estrema innovazione, che coinvolge tutto il futuro dell’industria secondo il piano Made in China 2025, per un’industria 4.0 con caratteristiche cinesi. Lo scopo è quello di ottimizzare i principali settori industriali, applicando gli strumenti della tecnologia dell’informazione alla produzione, per contrastare la disomogeneità, aumentando l’efficienza e l’integrazione, e procedere con una crescita più sostenibile, attenta alla qualità e non solo alla quantità, rimodulata a favore dei consumi e dei servizi, con un’attenzione particolare al talento umano.