Dal cinema alla letteratura, ma anche tra le grandi storie religiose e mitologiche, molto spesso quelli che diventano i nostri personaggi preferiti hanno una caratteristica comune, sono supereroi orfani. Lo erano Ercole e Re Artù, tra i primi eroi per eccellenza, ma anche Mosè, abbandonato sulle acque del Nilo.
Tra narrativa letteraria e a fumetti gli esempi si moltiplicano esponenzialmente. Basta pensare alle fiabe più classiche, Biancaneve e Cenerentola, passando per le storie più avventurose come quelle di Superman, Batman e Spiderman, fino ad arrivare a personaggi contemporanei come Harry Potter, Undici, protagonista della serie Netflix Stranger Things e l’intera famiglia di supereroi di Umbrella Accademy.
Ma perché vengono creati questi supereroi orfani cresciuti in circostanze così sfortunate?
Durante una delle sue ultime interviste in occasione della presentazione del film The Amazing Spiderman, il genio creatore di molti eroi Marvel, Stan Lee ha risposto al quesito dichiarando scherzosamente:
“Perché gli scrittori di fumetti sono troppo pigri da immaginare un passato e una vita familiare per loro”
Quello che il fumettista non ha rivelato è che si tratta invece di un escamotage segreto tipico della narrativa. In termini di screen writing porre questo genere di sfida al personaggio significa creare le basi della propria lotta interiore, anche noto come ‘fantasma’.
Lo sa bene Bruce Wayne, forse il personaggio più tormentato dall’assenza di una figura genitoriale. Tuttavia, proprio come Harry Potter sarà questo conflitto a portarlo alla vittoria contro il male dentro e fuori se stesso.
Scoperta della propria identità
Alle dinamiche familiari sono anche legate quelle di identità. Sono l’alieno Kal-El o l’umano Clark Kent? Questo si chiederà per molto tempo Superman prima di arrivare all’accettazione della sua doppia appartenenza a comunità molto differenti. Allo stesso modo molte altre avventure iniziano con una ricerca disperata delle proprie origini, oppure quella di propri simili.
Da questo presupposto nasce ad esempio la scuola per mutanti fondata dal Professor X, ma anche le alleanze e amicizie più sorprendenti. La mancanza di un legame di sangue portano il personaggio alla creazione di una famiglia allargata, multiforme, che diventa un aiuto inestimabile durante le sue peripezie.
Questione di libertà
L’assenza dei genitori si rivela spesso anche una scelta in favore della libertà. Senza obblighi e vincoli, l’avventura è al centro della vita del protagonista. Al posto di essere impegnato in famiglia, è pronto a viaggiare in qualsiasi momento. La creazione del dramma e dell’azione non avviene tra le mura domestiche, ma all’esterno. La mancanza di una vera famiglia fa di loro ‘figli del mondo’, pronti a sacrificarsi per il bene comune.
L’empatia e la sofferenza parte del loro passato, crea negli eroi la forza necessaria a superare qualsiasi sfida. Dal punto di vista psicologico questo avviene anche nella realtà. La resistenza emotiva di cui spesso danno prova i giovani in questa condizione va spesso aldilà dell’umano, rendendoli i supereroi del mondo reale.