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I dinosauri avevano il raffreddore?

In un fossile scoperto nel Montana sono state trovate tracce di quella che è stata interpretata come un’infezione respiratoria.

Il dinosauro malato è stato chiamato Dolly: è un diplodocide, la cui specie non è stata identificata ma che è parente tra gli altri del Brontosaurus e dell’Apatosaurus. Era dunque un erbivoro di grandi dimensioni e con il collo lungo, e proprio qui si trova il segreto della sua patologia. I sauropodi come Dolly, infatti, erano animali che dovevano gestire un collo non solo lungo ma anche pesante, e per alleggerirlo avevano sviluppato una soluzione simile a quella adottata dagli uccelli moderni: le vertebre del loro collo contenevano delle sacche aerifere collegate al sistema respiratorio, e di fatto “respiravano” anche con il collo – e si pensa che questa caratteristica aiutasse questi dinosauri a reggere il peso della struttura. Il problema di Dolly sta proprio in queste sacche aerifere: quelle delle ultime tre vertebre, le più vicine alla testa, contengono una struttura ossea anomala, che secondo gli autori dello studio si è sviluppata in reazione a una qualche patologia respiratoria.

Secondo lo studio, Dolly aveva respirato un qualche agente patogeno che è andato a infettare i polmoni e ha poi sfruttato le sacche aerifere del collo per invadere l’intero sistema respiratorio dell’animale. Non è chiaro di che tipo di infezione si tratti – un’ipotesi è che sia attribuibile a un fungo del genere Aspergillus, lo stesso che colpisce rettili e uccelli moderni. Nello studio si legge anche quali potrebbero essere stati i sintomi della malattia che colpì Dolly: tosse, febbre e problemi respiratori – come un’influenza.