Che cos’è la hygge?
Il termine danese hygge (pronunciato “hugga”) è diventato popolare in tutto il mondo grazie al crescente interesse per il benessere psicofisico delle persone.
Letteralmente la parola si può tradurre con “calore, intimità” ma nella traduzione perderebbe molto del suo significato, se non tutto. In concreto, hygge significa creare un’atmosfera accogliente e godersi il bello della vita con le persone care.
La parola deriva dal norvegese antico, con il significato di “benessere”. Questa è apparsa per la prima volta in un testo danese a inizio ‘800 entrando così a far parte della lingua danese. È però ad oggi ancora incerta l’etimologia di questa parola, difatti esistono diverse ipotesi al riguardo. La prima è che discenda dall’antica lingua norrena “hygga” che significava “confortare” (dalla radice “hugr”, “umore”), mentre la seconda è che derivi dalla parola germanica “hugjan” (a sua volta derivato dall’anglosassone con il significato di “pensare, considerare”).
Hygge si può applicare a diversi aspetti della vita quotidiana: il bagliore delle candele è hygge, mettersi comodi e guardare un film insieme alla persona amata è hygge, un picnic nel parco, un barbeque tra amici, i concerti all’aperto, i festival di strada sono tutti hygge. E non c’è niente di più hygge che starsene seduti tra amici e familiari chiacchierando delle piccole e grandi cose della vita. Forse la hygge è la ragione per cui i danesi sono tra le persone più felici al mondo. È forse superfluo menzionare che il momento più hygge dell’anno è il Natale in Danimarca; infatti, per combattere il lungo e buio inverno, i danesi sfoderano le loro armi migliori: milioni di candele!
La luce e le candele
Il consumo di candele in questo Paese europeo è il più elevato pro capita in tutto Europa; infatti, le statistiche affermano che ogni danese consumi circa 6 chili di candele ogni anno. È da precisare che le candele in questione sono solo quelle semplici fatte di cera, e non quelle profumate. Il produttore più storico di candele danese è Asp-Holmblad, il quale non ha all’interno del suo catalogo candele profumate poiché questa tipologia è percepita come artificiale e non naturale ed organica. Secondo la filosofia hygge l’organico è sempre da preferire. Solo il 4% della popolazione danese non accende mai una candela; il 28% dei danesi ne accende una ogni giorno, normalmente 2-4 in contemporanea.
L’occasione rilevante in cui si consumano più candele è il 4 maggio, giorno della festa della luce “lysfest”, in cui si celebra la fine dell’occupazione nazista su suolo danese. La tradizione impone di adornare le finestre con una candela accesa per ricordare la fine del coprifuoco in vigore durante la guerra.
L’ossessione danese per luce non si limita solo alle candele, ma si estende al design d’illuminazione pure. È proprio dalla bella Danimarca che molti dei design di lampade più famosi sono arrivati nel corso degli anni, tra questi le lampade PH (1925), Le Klint (1943) e Panton Vp Globe (1969).
L’illuminazione come sperimentazione
Seguendo la scia di questa sfrenata passione per l’illuminazione, nel 2014 nasce ad Albertslund, poco distante dalla capitale Copenaghen, il primo laboratorio a cielo aperto per testare l’illuminazione. Abbreviato in DOLL, il Danish Outdoor Lighting Lab è il primo centro di sperimentazione europeo per l’illuminazione intelligente. Philips, Osram, Luminex, Fagerhult, Thorn e altre aziende sono sbarcate ad Albertslund con le loro linee più innovative trasformando la città in un enorme cantiere di sperimentazione. Si parla di 8 km di strade dotate di pali della luce intelligenti, con supporti Wi-Fi, sensori per il traffico, analizzatori della qualità dell’aria, e molto altro. In pratica le ditte possono compiere test sul campo, monitorare e valutare, mentre i cittadini possono partecipare attivamente al progetto ed ottenere in cambio servizi avanzati.
I cinque sensi dell’hygge
Tornando alla hygge, è essenziale esplicitare che questa filosofia di vita si compone di ben 5 dimensioni, equiparabili ai 5 sensi.
Il GUSTO
È un sapore familiare, dolce e confortevole. Ad esempio, farsi una tazza di tè diventa più hyggelig se si aggiunge il miele.
Il SUONO
È il suono del legno che screpita mentre arde. È anche esemplificato dal suono delle gocce di pioggia che cadono dal tetto, è il suono del vento che sibila tra le cime degli alberi, è il rumore delle foglie calpestate mentre si cammina. Ed è molto di più, è anche il suono di una persona che fa la maglia ai ferri, che cucina e armeggia ai fuochi, è il suono di un tuono lontano mentre si è al riparo in casa propria.
L’ODORE
È quel profumo che ti riporta indietro nel tempo, in uno spazio sicuro, è un qualcosa che più che penetrare nelle narici, ti penetra nel cuore e ti riporta all’infanzia, alle emozioni positive e accomodanti provate da piccoli. Esempi sono il profumo di pane fresco che giunge da una panetteria, o l’aroma che era sempre presente a casa dei tuoi nonni quando li andavi a trovare. L’odore dell’hygge è pertanto un qualcosa di molto soggettivo poiché legato alle esperienze vissute, un odore hygge ti fa abbassare la guardia e ti rilassa lo spirito, ti riporta a contesti sicuri e sereni.
Il TATTO
È il toccare a mani nude una superficie di legno o ceramica. Toccare materiali diversi, toccare oggetti costruiti a mano, artigianali, attraverso i quali si percepisce la buona tecnica di lavorazione, l’eleganza e la manualità che l’artigiano ha adoperato nel fabbricarli. Hygge incentiva difatti al neoartigianato, al recupero delle arti tradizionali e antiche. Anche il sentirsi al riparo in casa mentre fuori c’è brutto tempo, non dà solo la sensazione di sicurezza, ma amplifica la percezione del calore sulla pelle, provocando hygge.
La VISTA
Ha a che fare con la luce, una luce calda e accogliente, non forte e nemmeno bianca, ma soft e gialla. In questo caso è hygge anche l’azione di vedere certi spettacoli atmosferici, come ad esempio la neve che cade o il fuoco che arde.
In breve…
Hygge è tenue, rustico e lento. È fidarsi di chi è vicino a te, è sentirti al sicuro, sentirsi liberi di essere sé stessi. Alla fine di tutto, l’aspetto più importante dell’hygge è che è SENTITO, dentro all’anima ed è una sensazione ineguagliabile. Un po’ come l’amore, l’hygge è difficile da descrivere, ma è ben facile da sentire. In parole molto semplici, hygge è FELICITÀ, è un abbraccio dato senza toccarsi. Perché bisogna sempre ricordarsi che le cose migliori nella vita sono quelle semplici.
Riassumendo, il manifesto dell’hygge si baserebbe sui seguenti punti chiave:
- atmosfera – abbassa le luci;
- presenza – sii qui ora e spegni il telefono;
- piacere – concediti ai dolci;
- equità – noi è più forte di io;
- gratitudine – sempre ringrazia per ciò che ricevi;
- armonia – non esiste competizione e non serve lamentarsi;
- confort – concediti una pausa e rilassati;
- tregua – non creare drammi e lascia correre;
- solidarietà – costruisci relazioni e rammenta le avventure vissute insieme alle persone;
- riparo – questo è un posto sicuro e pieno di pace.