Huawei, ormai nota come una delle più quotate aziende di elettronica, sorprende il mercato ideando la realizzazione della prima macchina senza autista, di modo da poter compensare le cospicue perdite nel settore della telefonia.
Si tratta della Polar Fox Alpha S, prodotta dalla casa automobilistica BAIC BluePark New Energy Technology, sarà una berlina di lusso a guida autonoma con connessione 5G che aprirà la strada a una nuova generazione di auto intelligenti e a zero emissioni. Si prevede che il modello di base costerà all’incirca 50mila euro, e si stima la consegna delle autovetture entro fine anno, momento in cui le vetture autonome con sistema Huawei potranno muoversi per le strade di Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen. Mentre nel 2022 il raggio d’azione sarà esteso ad almeno altre 20 città.
Come si accennava in precedenza, Huawei è stata spinta a reinventarsi a causa del calo di profitto concernente il suo business primario, ovvero la telefonia. Si calcola un duro colpo infertodalle sanzioni Usa (restrizioni imposte dall’amministrazione Trump) e dal calo di produzione di microchip – componenti fondamentali di tutti i sistemi elettronici – durante la pandemia.
Risulta facile intuire che il colosso tecnologico avrà però una forte concorrenza interna. Nei prossimi 10 anni Xiaomi intende investire 8,3 miliardi di euro nelle automobili elettriche; Baidu (il Google cinese) ha siglato invece un accordo con la casa automobilistica Zhejiang Geely per produrre veicoli intelligenti. Tutti nel settore attendono poi l’ingresso di Apple nella contesa.
Per rimanere “al passo con i tempi” anche il nostro Paese, con il Decreto del Ministero delle Infrastrutture del 28/02/18, si è aperto alla digital transformation della rete stradale ed alla sperimentazione dei veicoli autonomi. Lo scopo di detto provvedimento, infatti, è quello di modernizzare la rete stradale italiana, diffondendo l’utilizzo di sistemi di trasporto intelligenti, attraverso la realizzazione delle Smart Road e l’introduzione delle self driving car. Detti veicoli potranno essere sperimentati sulle strade pubbliche dai costruttori, dagli istituti universitari, da enti pubblici o privati di ricerca, su espressa autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Per quanto riguarda l’opinione italiana, l’avvento della self-driving car è stato accolto con diverse reazioni. Nell’era della quarta rivoluzione industriale, e dunque nell’era dei robot e dell’intelligenza artificiale, si pone il problema della responsabilità civile. La principale questione da risolvere è su chi debba sopportare il danno causato dal robot e chi sia tenuto a risarcirlo. Nel caso di un danno causato da un’automobile a guida autonoma, la difficoltà nasce dal cercare di applicare il criterio della colpa, che mal si presta a inquadrare i danni causati da un robot autonomo. Date le difficoltà che accompagnano l’applicazione della responsabilità oggettiva e considerati i forti limiti della responsabilità personale dei robot, il Parlamento europeo nella risoluzione del 16 dicembre 2017 ha introdotto un regime di assicurazione obbligatorio.
Vi sono però innumerevoli vantaggi che la guida autonoma comporta e che vanno tenuti in considerazione: una maggiore sicurezza negli spostamenti, la possibilità di muoversi più facilmente per anziani e disabili, la riduzione del traffico e dell’inquinamento, nonché dello stress del guidatore. Di conseguenza, anche gli scambi internazionali verrebbero facilitati, e sarebbe più piacevole intraprendere un lungo viaggio via terra al fine di coprire lunghe distanze e percorrere diversi stati.