La Befana vien di notte, forse, ma in ogni caso insieme ai Re Magi per spazzar via con un colpo di scopa il tempo del Natale: quali sono le origini della Befana? Questo personaggio tipico del folclore italiano è nato forse in seno ad antichi riti propiziatori pagani, poi ereditati dai Romani.
Nelle dodici notti successive al solstizio d’inverno, in un periodo dedicato alle celebrazioni per la rinascita della natura, si credeva che misteriose figure femminili volassero sui campi per propiziare i futuri raccolti, guidate da Diana (la dea lunare della caccia e della vegetazione) o da Sàtia (una divinità minore legata al concetto di sazietà). Il mito della “donna volante” sul manico di scopa sarebbe nato da qui.
La figura della vecchina vestita di stracci rappresenterebbe invece il concetto di anno vecchio, vissuto, consumato, o per altri della povera e poco generosa natura invernale. Ha questa accezione il personaggio di Perchta o Berchta, un’anziana donna con i capelli scarmigliati, gli abiti consunti e i piedi giganti celebrata in alcune aree di Austria e Germania – non a caso, proprio dodici giorni dopo il Natale.
L’usanza di bruciare fantocci vestiti di stracci nelle festività per il nuovo anno è diffusa in molte città d’Italia e d’Europa, e anche la scopa sarebbe un simbolo di purificazione, pulizia, rinascita
Il termine Befana potrebbe provenire, in base ad alcune teorie, dalla corruzione lessicale di epifania (dal greco epifáneia, “manifestazione”) attraverso bifanìa e befanìa.