Oggigiorno, il mercato internazionale è sempre in fibrillazione. Ma da dove deriva la fiducia degli imprenditori nel mercato finanziario? Può avere correlazione con lo scambio di idee culturali tra i vari Paesi?
Lo scambio di idee è sempre stato la base della fiducia. D’altronde, non può esserci fiducia senza dialogo. E’ proprio per questo che nel mondo moderno – il nostro mondo – è di fondamentale importanza scambiarsi opinioni, comunicare, dibattere, capire nuovi punti di vista. Senza tutto questo, vivremmo isolati. E il vivere isolati porta ad avere mentalità chiuse, poco propense al dialogo (o allo scambio) con altri Paesi.
Nella storia dell’umanità si hanno molte prove di questo. L’isolazionismo portato avanti da grandi potenze – europee e non – è stato sempre simbolo di poca fiducia, e chiusura verso altri pensieri. Questo è banalmente l’esempio degli USA che, nel primo dopoguerra e anche in anni più recenti, hanno applicato metodi scoraggianti per il commercio non americano. Tutto questo, però, non ha ricadute positive in modo significativo sul mercato.
Per avere fiducia negli altri Paesi bisogna partire dal basso, dai giovani. Grazie ai viaggi, alle esperienze scolastiche o universitarie e a progetti lavorativi congiunti si iniziano a creare rapporti di fiducia fondamentali sotto tutti i punti di vista, soprattutto quelli economici. Infatti, un Paese in ottimi rapporti culturali con un altro sarà più propenso a commerciare col proprio partner, mentre un Paese chiuso – come può essere, per esempio, la Corea del Nord – non riuscirà ad avere molti Paesi alleati.
Quindi, si può dire che tra cultura e mercato ci sia un nesso? Assolutamente sì. La fiducia si costruisce nel tempo, e va mantenuta tramite rapporti costanti in tutti gli ambiti della vita, dagli scambi culturali degli studenti alla costruzione di imprese su territori stranieri.