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Accordo raggiunto sulla tassazione minima globale alle multinazionali

È del 15% la tassa minima globale imposta alle imprese multinazionali applicata in tutti i Paesi dove esse operano. I ministri delle Finanze del G7, composto da Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Canada e Giappone, riuniti a Londra il 6 giugno hanno concordato sul principio di un’aliquota globale minima del 15% per la tassazione delle grandi imprese, applicata Paese per Paese. Rishi Sunak, cancelliere dello Scacchiere inglese, responsabile delle Finanze e del Tesoro, parla di “accordo storico” per cui “le maggiori imprese globali, con margini di profitto di almeno il 10%, vedranno il 20% di tutti gli utili al di sopra di tale soglia riallocato e tassato nei Paesi dove effettuano vendite”.
Non sono mancati i commenti riguardo questo accordo storico. Oltre a Sunak, infatti, si sono pronunciati anche la Segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen che si è detta soddisfatta di tale impegno senza precedenti che permetterà una maggiore equità per i lavoratori negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Il commissario Ue Paolo Gentiloni parla di un grande passo verso un accordo globale senza precedenti sulla riforma della tassazione delle imprese” e, secondo il commissario Ue, questo rappresenta il momento più adatto per ridisegnare le regole dopo la crisi drammatica del Covid basato sul pagamento delle tasse nei Paesi dove i profitti vengono realizzati e su una concorrenza leale garantendo una tassazione minima che sia di base per tutti. L’ultimo gradino, spiega Gentiloni, resta espandere questo consenso ai membri del G20, che avrà luogo nel mese di luglio a Venezia, e a tutti i paesi coinvolti nel quadro inclusivo dell’Ocse. A commentare l’intesa, inoltre, è stato anche il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi che ha valutato con grande soddisfazione l’accordo raggiunto dal G7.